Cresce il commercio duty-free in Cina
Nel 2019, i consumatori cinesi hanno effettuato il 70% degli acquisti di lusso al di fuori dei confini nazionali, creando una forte sovrapposizione tra la figura del consumatore di articoli di lusso e quella del turista.
Nello stesso anno i turisti cinesi in Italia hanno speso oltre €650 milioni, confermandosi la prima nazionalità nel mercato Tax-Free Shopping contribuendo per il 36% agli scontrini tax-free sul territorio italiano, con una spesa media di €1.129.
Non solo all’estero, l’interesse di consumatori cinesi verso gli acquisti tax-free emerge anche dal successo degli shopping hub nazionali di duty free, in particolare quello di Hainan. L’apertura di queste zone tax-free domestiche rientra tra le misure dichiarate dal 2015 per il “rimpatrio dello shopping di lusso” tra cui:
- modifica dei dazi sulle importazioni;
- controlli più serrati sul grey market;
- armonizzazione dei prezzi dei prodotti;
- sviluppo di duty free zone domestiche, come nel caso dell’isola di Hainan.
Il rimpatrio del lusso non deve essere letto come limitazione per le aziende italiane del settore, bensì un ricollocamento geografico dell’opportunità direttamente in Cina, in prossimità rispetto al target.
Il caso Hainan?
Hainan è la provincia insulare nel Sud-est della Cina, meta balneare per eccellenza e nuovo polo di rilevanza internazionale per lo shopping di lusso.
Secondo le autorità doganali cinesi, a partire dal 2011, i negozi esentasse di Hainan hanno totalizzato ricavi per 55,07 miliardi di yuan (circa €7,9 miliardi) dall’acquisto di 72 milioni di articoli.
Visto il successo nelle vendite al dettaglio tax-free, nel luglio 2020 è stato lanciato il nuovo piano di sviluppo per Hainan.
L’obiettivo: trasformare la provincia in un importante hub commerciale e porto franco a livello globale attraverso:
- liberalizzazione dei flussi di beni e servizi;
- semplificazione nella ricezione di investimenti
- aperture nell’ottenimento visti
Tra le altre misure, strumenti mirati ad attirare un numero sempre maggiore di turisti proponendo l’isola, non solo come meta balneare, ma anche come alternativa a destinazioni duty free già affermate, come Hong Kong e Corea del Sud. Elencando gli strumenti:
- aumento del tetto annuo di acquisti tax-free da 000 yuan (€3.800) a 100.000 yuan (€12.672) a persona;
- revoca del precedente limite di 8.000 yuan (€1000) per un singolo prodotto tax-free;
- aumentate le categorie esentasse da 38 a 45, grazie all’aggiunta di prodotti elettronici quali smartphone e pc portatili.
Quali operatori sono coinvolti nel business duty-free di Hainan?
Fino al 2020 il locale China Tourism Group Duty Free (CDFG) ha operato in regime di monopolio ad Hainan. In seguito del nuovo piano di sviluppo, sono state concesse nuove licenze che hanno permesso l’entrata di altri operatori, anche internazionali.
Tra i primi a scegliere Hainan come nuovo hub dello shopping tax free, e isola felice nel contesto pandemico, è stato nel 2020 il colosso svizzeo Dufry.
A fronte di questa strategia di rimpatrio dello shopping di lusso, gli operatori in Italia come possono rafforzare la propria visibilità? Le aziende italiane come possono sfruttare i canali tax-free in loco per vendere in Cina? Contattaci per trovare la tua strategia per raggiungere i consumatori cinesi del lusso.
Fonti:
ENIT, 2020, Italia calamita per il dragone
ANSA, 2020, Cina: a Hainan cresce il commercio duty-free
Aggiornamento: questo articolo è stato rivisto il 24/08/2022